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No. Nessuna funzionaria americana è stata arrestata in nome del matrimonio gay

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Probabilmente sarete già stati subissati, come me, dalle grida allarmate sulla povera funzionaria del Kentucky arrestata perché si rifiutava di mettere in atto la decisione della Corte Suprema, che rende legale il matrimonio omosessuale in tutti gli Stati Uniti.

Sentiremo reazioni isteriche di allarme contro lo Stato Etico, la “Dittatura-del-politicamente-corretto”™, i progressisti che in realtà sono fascisti perché impongono con la forza le proprie idee agli altri.

Negli Stati Uniti chi non vuole i matrimoni gay va in galera…

Ovviamente si tratta di una cazzata: la tizia non è stata arrestata perché non gli piace il matrimonio omosessuale, è stata arrestata perché non ha rispettato l’ordine di un tribunale. A differenza che in Italia e in altri Paesi di civil law, negli Stati Uniti si può essere sanzionati anche con la galera per contempt of court.

Avete presente quando nei film americani il giudice minaccia: “la faccio arrestare per oltraggio alla corte”? Ecco, il contempt of court è questa cosa qui: è un illecito grave mancare di rispetto a un tribunale, come ad esempio nel video qui sotto, dove un imputato in un processo ha insultato il giudice e per questo è stato seduta stante condannato a 60 giorni di carcere per contempt.

Clicca qui per vedere il video incorporato.

Ma si può essere condannati per contempt of court non solo per aver presto a maleparole il giudice ma anche perché ci si rifiuta di obbedire a un ordine legittimo di una corte. Ed è esattamente quello che è successo alla funzionaria del Kentucky. Nessuna dittatura, insomma, ma semplice rispetto della legge. Ditelo a il Foglio prima che facciano un inserto speciale su questa nuova eroina della libertà di pensiero.

Santé

 


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